Il commercio elettronico in Europa è in costante crescita, anche nei mercati più maturi come UK o Svezia.
Le stime per l’intero 2018 si attestano a circa 602 miliardi di euro di fatturato. Crescita a cui contribuiscono tutti i paesi europei, ma solo un pugno di negozi ecommerce e marketplace, come mostra il grafico qui sotto:
Davvero interessante notare che l’Italia, ancora nel 2017, non rientra nella classifica dei primi 17 paesi per numero di vendite online in percentuale al PIL.
Analogamente, in Italia si rileva una percentuale di acquirenti online, rispetto al totale della popolazione, fra i più bassi d’Europa.
Trovarci dietro Lituania, Grecia e Portogallo, in questa sorta di indice di penetrazione dello shopping online, non è propriamente encomiabile.
Una così bassa percentuale di PIL prodotto dall’ecommerce nel nostro paese è indice di un grave sotto-sviluppo del settore, ma allo stesso tempo garantisce un potenziale di crescita tra i più alti in Europa.
Non è un caso che nel 2017 siamo sesti in Europa per tasso di crescita delle vendite e-commerce.
Dati, questi, che costituiscono un incentivo per tutte quelle aziende che hanno intenzione di aprire dei negozi online.
Dati E-commerce e vendite online in Italia
Se consideriamo che la Francia ha un fatturato quasi doppio rispetto al nostro, a fronte di una popolazione superiore di pochi milioni, risultano chiari i margini di miglioramento que rimangono.
Fatturato e-commerce 2017 in Italia per settore merceologico
Turismo e tempo libero, insieme, compongono più del 70% della spesa online degli italiani. increscita, rispetto agli anni precedenti, i settori centri commerciali, alimentare e moda.
Classifica in base alla percentuale di fatturato globale dei settori merceologici in Italia:
- Tempo Libero: 40%
- Turismo: 30,4%
- Centri Commerciali: 12,3%
- Assicurazioni: 5,8%
- Elettronica: 3,2%
- Alimentare: 2,7%
- Editoria: 2%
- Moda: 2,2%
- Casa e Arredamento: 0,8%
- Salute e Bellezza: 0,3%
Principali trend ecommerce nel 2018
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Quanto più il potere d’acquisto in Italia si deteriora per via di una scarsa crescita degli stipendi che non tiene il passo con l’inflazione, tanto più diventa importante internazionalizzare le vendite online ricorrendo a siti e strategie di marketing multilingua.
Le aziende italiane lo hanno capito e si stanno attrezzando facendo investimenti e pianificando strategie di web marketing a livello internazionale.
Oltre alla vendita diretta è fondamentale essere presenti sui marketplace più popolari dei paesi in cui si vuole penetrare. Il modo migliore per far conoscere il proprio brand su nuovi mercati.
INTEGRAZIONE TRA NEGOZIO FISICO E ONLINE
Si pensava che la rivoluzione internet e la possibilità di acquistare tutto via web avrebbe annientato i negozi fisici, invece non sta proprio andando così, altrimenti non si spiegherebbe perchè l’ecommerce più popolare del mondo, Amazon, abbia acquisito la catena di negozi fisici Whole Foods, aprendo dei suoi punti vendita.
Amazon infatti sta perseguendo una strategia multicanale perchè ha capito che i consumatori non cercano solo l’acquisto immediato su internet, ma propendono sempre più a una esperienza multicanale e multisensoriale prima di passare all’acquisto di un prodotto. Un prodotto, cioè, può essere acquistato online dopo essere stato visto e provato in uno store fisico che funge da showroom e generatore di esperienza.
Gli store tradizionali che stanno fallendo o vengono messi in crisi dallo tsunami del commercio elettronico sono pertanto quelli che non riescono a innovare la loro strategia e proposta con l’omnicanalità.
Entrare in un negozio sarà considerato sempre più un’esperienza come andare al cinema a vedere un film, invece di guardarlo a casa.
Il cliente si aspetta attività coinvolgenti, performance ed eventi, utilizzo di tecnologie come la realtà aumentata per provare abbinamenti e ricevere suggerimenti.
Integrazione fra online e offline significa abbracciare la strategia dell’omnicanalità, trovando una sinergia fra ecommerce e negozi/showroom fisici.
DISPOSITIVI MOBILI E PUBBLICITA’
Nel 2017 la percentuale di fatturato mobile sul totale delle vendite online è stata in media del 27% per le aziende e-commerce italiane.
Tutto lascia intendere che questa percentuale continuerà a crescere, come si evince dal grafico qui sotto:
Inoltre, lo smartphone non è solo usato per acquistare, ma anche per informarsi, comparare prezzi, cercare offerte, anche quando si è all’interno del negozio in cui si ha intenzione di comprare un prodotto.
Sempre più diffuse anche le applicazioni mobile che permettono l’acquisto immediato tramite telefonino: aPayment, Google Pay, Apple Pay, Samsung Pay e altre innovative tecnologie in fase di emersione.
Un altro aspetto che favorisce l’uso dei telefoni nel settore ecommerce sono le app di messaggistica (come whatsapp, messenger, wechat) che permettono alle aziende di comunicare direttamente con i clienti e viceversa, facilitando l’interazione a distanza.
Queste applicazioni, inoltre, si stanno aprendo all’integrazione con i chatbot, programmi capaci di dialogare con i clienti, offrendo un servizio utilissimo per gli ordini e le richieste via mobile.
Se sommiamo a tutto questo il crescente utilizzo dei comandi vocali tramite telefono si intende l’importanza che sta acquisendo l’universo mobile per il commercio elettronico.
Per tutti questi motivi, le attività pubblicitarie su internet devono mirare all’universo mobile e incorporarlo come canale primario di vendita e promozione del marchio.
Marketing e Pubblicità nel settore Ecommerce
Tra le strategie di web marketing più utilizzate in e-commerce continua a primeggiare la pubblicità sui motori di ricerca (Google Ads in particolare), seguita da investimenti crescenti nelle piattaforme di social media, SEO e Email marketing.
In dettaglio:
- Pubblicità SEM > 26%
- Social Media > 16%
- SEO (posizionamento siti web) > 15%
- Email Marketing > 15%
- Comparatori di prezzo > 9%
- Banner & Sponsorship > 6%
- Remarketing > 4%
- TV, Radio, Stampa > 3%
- Pubblicità Programmatica > 2%
- Affiliazione > 2%
- Sponsorizzazioni > 2%
- Altro > 1%
Il primato del mobile insieme all’emergere di una tecnica-tecnologia capace di presentare il messaggio corretto, al giusto target, nel momento decisivo, fa prevedere il successo nel prossimo futuro della pubblicità programmatica o programmatic advertising (al momento 2% delle attività pubblicitarie).
Se in questa fase storica la pubblicità su internet si sforza di personalizzare il messaggio, tra pochi anni si focalizzerà sull’individuazione del momento giusto in cui presentare il messaggio personalizzato: pubblicità su misura, marketing dei micro-momenti.
Intanto, non si ferma la crescita di investimenti in social media marketing nel settore ecommerce, che sempre più si affida ai canali sociali per incrementare le vendite online e migliorare il servizio al cliente.
Vediamo quali sono i canali più utilizzati e come vengono valutati dalle imprese.
In generale 1/3 circa delle aziende intervistate dalla Casaleggio Associati si dichiara soddisfatto delle attività di web marketing adottate; più della metà incontrano difficoltà nel rendere efficaci e pienamente valutabili le strategie di promozione del brand online; una quota del 14% si dichiara insoddisfatta.
Il terzo di imprese ecommerce soddisfatte non è affatto un dato minuscolo. Quella quota dice chiaramente che si possono raggiungere buoni risultati affidandosi a professionisti seri per implementare le giuste strategie di marketing.